Stanotte mi sono messa un pò d'impegno e ho cercato di mettere in ordine qualche libro, cosa alquanto ardua, dato che casa mia è piena di libri e le librerie ormai scarseggiano...
Sposta di qua e sposta di la, mi è finito tra le mani questo libro "Quando cadrà la pioggia tornerò" di Takuji Ichikawa.
A parte la nostalgia immensa che mi ha presa, mi sono messa a pensare a quanto sia radicalmente diversa l'idea di vita giapponese, rispetto alla nostra, almeno su alcuni aspetti.
La semplicità con cui si affrontano alcune cose senza rabbia o rancore e si va avanti in maniera serena, con una consapevolezza di se e di quello he sta intorno, continuando la proprio routine quotidiana.
Spesso penso che sia meglio la vita qui, ma poi, quando sto male, penso che avrei preferito crescere in maniera diversa imparando a dare meno importanza ad alcune cose e ad accettarne altre con tranquilla serenità per continuare ad andare avanti volendomi bene.
Ma... non so proprio.
Resta il fatto che questo libro, con elementi altamenti irreali, tocca tasti tristissimi e lo fa con una semplicità inquietante, sarà anche per questo che, in realtà, non l'ho amato più di tanto ma mi lascia perplessa sotto molto aspetti.
E' un periodo faticoso, in cui tendo ad essere più pigra del normale e nostalgica, devo decisamente trovare altro da fare nei pochi momenti morti, per evitare di deprimermi di più-
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